Titoli in giallo

domenica 31 gennaio 2016

Cibo e cultura: intervista a Danila Comastri

Buonosenzasale ha l'onore di ospitare oggi Danila Comastri Montanari, la "signora del giallo storico italiano". Il suo Publio Aurelio Stazio, libertino senatore dell'antica Roma, da anni è il protagonista di una fortunata serie di romanzi, nei quali, con ironia, sagacia e preciso rigore storico, si snodano gli intrecci e le trame di avvincenti storie gialle.

Buongiorno Danila e grazie di aver accettato di essere ospite di buonosenzasale. Ti farò solo tre domande che, ovviamente, riguardano il tuo rapporto con il cibo e la cucina.

1) Se il senatore Publio Aurelio Stazio fosse un cibo, che cibo sarebbe e perché?

Non sarebbe un cibo solo, non è un "uomo ad una dimensione": sarebbe un banchetto in cui le portate più rare, sofisticate e aristocratiche si alternano e si mescolano al cibo grezzo del popolo e al rancio dei legionari

2) Qual è il tuo piatto preferito?

Spaghetti all'amatriciana romani, pici all'aglione toscani, tortellini in brodo bolognesi, ravioli di verza a vapore cinesi, goulash e zuppa d'aglio ungheresi, risotto alla milanese, lasagne bolognesi, lahanodolmades (involtini di carne col cavolo) greci col sugo, agnello al curry pachistano, costata fiorentina, impepata di cozze napoletana, e moltissimi altri, di moltissime tradizioni gastronomiche diverse: sono onnivora e mi piace quasi tutto.

3) In quale fra queste situazioni sceglieresti di trovarti e perché?
a- un pranzo a base di frittura di pesce in un ristorante sul mare in un assolato giorno estivo
b- una salutare tisana calda accompagnata da biscotti alla cannella di fronte ad un camino acceso in una baita di montagna mentre fuori nevica
c- Una raffinata cena a base di roastbeef e verdure grigliate in un elegante ristorante lungo la Senna a Parigi.

Scelgo nettamente la prima, prima di tutto perché in un assolato giorno estivo qualunque cibo sarebbe più buono, figuriamoci quindi la frittura di pesce; poi perché ho scarsa propensione sia per le tisane, sia per le baite montane; infine perché a Parigi mi piace mangiare nei bistrot, nei baretti con le sedie all'aperto, nelle trattorie etniche con tre tavoli in tutto o addirittura per strada, dopo essermi comprata qualcosa di appena sfornato in un negozio o su una bancarella.

Grazie ancora. Buon lavoro e buon... appetito!!

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